- corax
- (s.m.) Il termine deriva dal nome del retore greco (di Siracusa) Co-race che, dinnanzi ai giudici ed al suo allievo Tisia il quale, una volta terminato il suo apprendistato di retorica presso il maestro si rifiutava di pagare il compenso pattuito con l argomentazione che solo nel caso in cui egli fosse riuscito a persuadere Corace a non accettare l onoario dovuto sarbbe stato evidente che il mestro aveva compiuto fino in fondo il suo dovere insegnando veramente a Tisia l arte di pesuadere con la parola, rispose che nel caso in cui Tisia l avesso persuaso a non ricevere l onorario egli l avrebbe meritato, ma, nell ipotesi in cui Tisia non fosse riuscito, a maggior ragione Tisia avrebbe dovuto pagare (si sarebbe infatti potuto trattrae di un espediente escogitato dall allievo per evitare di onorare il debito). Così, il corax è passato ad indicare una applicazione della dissociazione espediente-realtà nel campo delle congetture. Esso consiste in sostanza nel dubitare di un argomento perché esso è troppo forte, troppo provato.Es.: Se insisti tanto, non è solamente della mia condotta che t'importa! Perelman, cita Aristotele: "Se una persona è tale da non offrir appiglio all accusa mossale, come per esempio uno che è debole ed è accusato di sevizie, la sua difesa sosterrà che l accusa non è verosimile, ma se invece potrà offrir appiglio all accusa, perché forte, la difesa sosterrà che la colpevoleza non è verosimile proprio perché può esserlo" Aristotele, Retorica, II, cap. 24, 1402a.
Dizionario di retorica par stefano arduini & matteo damiani. 2014.